L’IRREVERSIBILE ENTROPIA

Meglio dirlo prima: ci sono cose più gravi e più importanti. E’ appena successa l’ennesima tragedia ambientale, la guerra dei pazzi continua, i conti non tornano un po’ ovunque, ai diritti umani si antepongono sempre più quelli economici e si riaffaccia una povertà generale che si pensava dimenticata. Uno schifo, insomma. Però poi arrivano inaspettate […]

L’IRREVERSIBILE ENTROPIA

Fratello Dimaco la tocca piano…

I Pink Floyd come non li avete mai ascoltati prima – Rockol

Su RockOl un bell’articolo che ripercorre le vicissitudini del remix di Animals, dei Floyd, uscito ieri, articolo arricchito di aneddoti che non conoscevo e che mi gasano davvero, è come se fosse nato un loro nuovo disco, tornando ai tempi in cui erano davvero tosti. Grazie a James Guthrie, produttore e ingegnere del suono londinese, […]

I Pink Floyd come non li avete mai ascoltati prima – Rockol

Dall’amico Zoon una segnalazione imperdibile.

Limiti

Li hai oltrepassati una volta di troppo, 40 anni fa ti avrei aspettato sotto casa con un AK e blindati al boro.
Oggi mi limiterò a sedermi in poltrona con uno Scotch e un sigaro, mentre il mio legale ti riduce in atomi vaporosi.

Milano/Bangkok

Lastra compatta di ardesia, trentacinque umidi, peso costante alle tempie, solstizio d’inverno davvero TROPPO lontano.
Medesima fanghiglia nei polmoni, Bangkok, grattacieli e baraccopoli sterminata, allegre puttane di età indefinita, faccio tua moglie sì? Grazie ne ho avute a sufficienza.
In attesa della palla infuocata.
Quella che spazzerà per sempre questo mondo di allegri cialtroni.
Fusi in un calore bianco assoluto, terminale.
Verremo studiati da una generazione di blatte ipersenzienti, iperconnesse, unica coscienza sciame, un museo globale di forme bloccate per sempre, una Pompei planetaria.

Cristo come lo odio questo caldo fottuto.

Marra

“Era meglio quando non c’erano i social. Sicuramente eravate coglioni come ora ma almeno non lo sapevamo”.

Il vecchio quartiere Barona al top.

White Thing

Ribloggo dall’amico X questa sensazionale cartolina di natale, per pochi, non per tutti.

Propositi per l’anno prossimo:

– il cecchinaggio pesante al novax.

– voler bene di più a chi si è fatto un mazzo così per me.

– mettere in piedi una casa che sia per sempre, finalmente.

– lavorare meno, checcazzo.

– tornare a scrivere con continuità.

– essere più intransigente con gli stupidi, letale con gli arroganti, terminale con i prepotenti.

Buon Natale a tutti.

Dune

Ho letto Dune di Frank Herbert, se non ricordo male, intorno ai 17 anni, è un romanzo impegnativo, viene creato un universo, ci sono appendici che ne illustrano lingua, religione, politica.
Immagino un qualsiasi diciassettenne di adesso mentre prova a capire chi cavolo sia il Kwisatz Haderach o perchè diavolo si debba appassionare al mito di Paul Atreides; faccio fatica a visualizzare la cosa, ma ho speranze, sarà l’età che avanza, sarà che ho almeno due esempi sotto gli occhi (mio figlio e mio nipote) e tutto ciò accende una fiammella che brucia lentamente.
Il romanzo ha una trama epica, di quelle che si prestano alla creazione di una saga interminabile, e infatti.
Personalmente mi sono fermato al primo libro, andava bene così, c’è un finale vero, si respira coraggio, giustizia.
Con questo stato d’animo ho atteso per un periodo interminabile Il Dune di Villeneuve.
Lui fa parte di quei visionari del momento che riempiono cuore e anima, Sicario, Arrival, Blade Runner 2049 e ho detto tutto, chi ama un certo tipo di cinema non può non adorare questo folle canadese e il suo amico Nolan.
Tralasciando il fatto di essere arrivati in sala tra una bomba d’acqua e l’altra, oh Donald qui al nord abbiamo le fottute TROMBE D’ARIA, coglione, siedo in poltrona con la consueta ansia da delusione, succede, è già successo, molte, forse troppe aspettative.
Beh, checcazzo, non succede, il Dune di Villeneuve è un maledetto capolavoro.
VA VISTO, punto.
Anche se non amate la fantascienza, le storie di altri mondi ambientate 24.000 anni nel futuro, i vermi lunghi trecento metri. Va visto perchè è una storia spirituale, bella e densa di significati, di sogni, di speranze.
E’ una storia visionaria, con una fotografia al limite della perfezione, un cast stellare, una colonna sonora coinvolgente e maestosa.
Il duca Leto Atreides è detto il giusto, in lotta per migliorare la vita di un pianeta a dispetto del profitto.
E’ tutto qui, semplice.

Per quale motivo ho messo quella foto nell’incipit? Altrettanto semplice, come saprete sono spesso affascinato dai cattivi, Stellan Skarsgård incarna un barone Harkonnen sensazionale, sfiora il mito Brando di Apocalypse Now e in un paio di occasioni lo cita.

Insomma, alzate il culo e precipitatevi in sala.