Alzati (burnt flesh summer 2014)

WARNING – CONTENUTI ESPLICITI

Come spesso accade, in questo tipo di situazione, arrivo leggermente barcollando.
Strano che mentre accade penso già a come lo descriverò.
Qui.
Soprattutto il fatto che l’incipit sia sempre più o meno lo stesso, vodka e ghiaccio.
Qualcuno mi butta le braccia al collo e mi bacia le guance ruvide, ho una percezione sensoriale vaga ma possente di fiori, forse miele e vaniglia.
Ci siamo, di nuovo, ci siamo e la voglia di urlare mi strozza la gola.
Ma non riesco, la vodka chiude, spinge in basso l’urlo e lo chiude dentro una cazzo di scatola di ferro imbullonata a caldo.

Stampate queste parole, sono le uniche che ascolterete fare capolino durante tutta la serata dall’elegantissimo Tom Ford Cherry Lush, labbra appena dischiuse:
Fai schifo come al solito, sei l’unico con i bermuda, mimetici poi, ma proprio la maglia dei Tool?
Poi si allontana leggera.

Barcollo, dicevo.
Tre piani zona navigli, con giardino, tripudio citronella ovunque, trentagradi umidi.
Mi guardo le mani, senza occhiali da vicino, sfuocate il giusto, estranee il giusto, su la maschera Lazzaro si va in scena.
Pacca leggermente sopra la media anche per un armadio come me, tra i polmoni.
La padrona di casa inchioda un piolo in più sulla scala verso il paradiso incosciente degli scrittori ubriachi, mi mette in mano un perfetto BloodyMary.
La amo, vomito, la uccido.
Flaggare la casella corrispondente, attenzione il server è rigorosamente case sensitive.
Ridacchio leggermente impastato, lei legge pagine ad alta voce, mi pretende, mi chiede, cosa ne penso, lo conosco.
Non conosco un cazzo, non conosco più niente, nemmeno il mio pancreas.
Rispondo a tono, impostando la voce.
C’è del Grana?
Fa così col dito verso un tavolo imbandito in giardino.
Devo farcela.
Il sedano mi solletica il naso, trequarti di Mary giù diretti, qualcosa inizia a sibilare nel timpano destro.
Forza Lazzaro, devi solo arrivare a fine serata indenne, senza piantare i pollici nei globi oculari di qualcuno.
Hai votato?
NO.
Non hai il diritto di chiedermelo, fai avanti indietro dalla Svizzera, lo sanno tutti, semplicemente non puoi.
Mi sporgo verso le olive, peperoncino e olio sgocciolano sulla tovaglia immacolata, sembrano pezzetti di cervello unto.
Ignoro la domanda, svanisco come Moby Dick nell’incubo di qualcuno.
Sono in dubbio tra X6 e Cherokee ma mi sta sul cazzo, è Fiat.
Ma guarda, solito, Santa Margherita, poi Cortina.
Berlusconi è l’unico che ha sempre detto chiaramente, quale fosse il modo per risolvere tutto.
Assaggia il Greco, sa un pò di tappo.

Lei ha quarantadue anni, lui sessantasette.
Mi divincolo dall’idea di figurarmi un rapporto sessuale, la calura, la pelle cascante di lui, le tette inesistenti di lei, un pò di bava sul cuscino bollente.
Una cosa veloce, disordinata di umori corporali rancidi.
Cristo datemi da bere.
Perchè sono fatto così, qualcuno me lo spieghi.
Vestiti larghi a fiori, collane e braccialetti etno, bamboo, roba azzurra tipo indiani d’America, abbronzatissime tutte e due.
Fanno le magistrate, i magistrati, o come cazzo si deve dire.
Stanno assieme, di giorni buttano in cella gente, di sera se la leccano.
Birra, ho bisogno di birra, la gola improvvisamente raspata da un flessibile per inox.
Apro il frigo, sterminata prateria Heineken.
Dio del malto aiutami.
Barcollo all’indietro, allungo una mano per l’equilibrio, pesco tra le cosce di magistrata 1.
Ho una visione di Alcatraz, le giacche blu di panno, i cappellini di lana, Clint Eastwood dallo scalone mi guarda ghignando, impugna una Chimay, la porta alla bocca.
Io lo odio con tutte le mie forze.
Bevo, bevo.
Voi non sapete dov’è Motta Visconti, lungo il Ticino, la via delle zanzare, delle villette, delle famiglie chiuse dentro.
Riesco solo a pensare a questo tizio che sgozza i figli e va al pub a vedere il pallone.
Adesso, proprio adesso il Grana mi solletica l’esofago, assieme a tutto il resto.
Datemi una fottuta guerra nucleare, datemela, voglio vedere gli scarafaggi che sopravvivono.
Non ho gesti eclatanti questa volta, non li ho, sono stanco e la birra è calda.
Lazzaro, ora di alzarsi e uccidere.

No face

Talvolta, dopo giornate come questa, con gli strascichi che si porta dietro; ecco talvolta vorrei lasciare la faccia da qualche parte, dimenticarla in giro e sostituirla con una bella maschera precisa.