In fondo è un buon lunedì

Lupo, my man.
Se solo mi avessero detto, se solo avessero osato dirmi, tre anni fa, che oggi avrei ricevuto le mie copie di un libro che è una vera e propria celebrazione dello spirito Altieri, probabilmente avrei riso in faccia al temerario.
Testa di cazzo, Der Wolf è immortale, corazzato kevlar last chance.
Ecco cosa avrei detto.
Invece no.
Invece la tua mancanza è ancora forte e presente come una coltellata ben assestata.
Invece quel troppo poco che ci hai lasciato è un continuo rimpianto per tutto quello che avrebbe potuto essere e non sarà più.
Vedere il mio nome, il mio racconto in mezzo ad altri, in mezzo a gente che ci campa sul serio, mi riempie d’orgoglio, perchè pochi altri hanno creduto nelle mie parole come hai fatto tu.
E di questo, my man, te ne sarò sempre grato.
Quello che sogno, quello che sogno davvero, è che da tutto questo possa nascere una nuova generazione di scrittori e perchè no, di lettori, che capiscano il valore di una trama perfetta, di un intreccio ben costruito, di un dialogo sparato in una pagina come un grosso calibro.
Sogno a occhi aperti, lo so.
Questi tempi non torneranno più, probabilmente dovrò accontentarmi del sogno appena sotto il primo gradino.
La presentazione del libro trasformata in una celebrazione all’irlandese, dove una folla di brutti ceffi si abbraccia con una birra in una mano e un libro nell’altra, dove la musica è a palla e molti tra loro stentano a trattenere lacrime roventi di mancanza.

Ecco, my man, spero davvero che ovunque tu abbia deciso di posare il cuore per sempre, non ci siano le guerre e le ingiustizie che così bene hai saputo descrivere da questa parte del sipario.

Ti abbraccio.
Semper Fi.

Umberto