Intendiamoci

Giusto per precisare.
Mica si può sempre avere la testa occupata da:

  • lavoro
  • trump
  • immigrati
  • salvini
  • dimaio
  • bollette
  • figli
  • caldo torrido
  • whazzap di sto cazzo
  • mondiali senza l’itaGLia
  • cristiano e leo

Checcazzo.
Volume a palla, sbattere le testoline.
Grazie

Ricapitoliamo

Lavoro troppo.
Lavoro troppo e non riesco a scrivere, sono in ufficio alle sette del mattino e me ne vado alle seiemmezza di sera, la società fila liscia (mi tocco), assumiamo gente, mai avrei pensato di avere la responsabilità di alcune famiglie tra le mani.
A volte è una sensazione che regala delle punture di spillo dietro la nuca, credetemi sulla parola.
Soprattutto in Italia dove siamo nelle mani di pochi che davvero non capiscono un cazzo sullo sguazzare nella morchia dell’economia reale.
Mica da adesso, da sempre.
Questa mattina ho letto un articolo che terminava con “siamo un popolo di inutili idioti”.
Credo che in parte sia vero, la mentalità dell’italiano medio si arrampica verso le vette finora inesplorate del cialtronismo pressapochistico.
La crisi economica, mai veramente finita, ha aggiunto quel tocco di cattiveria cinica che mancava, il mare di merda ghiaccia e noi prendiamo lezioni di pattinaggio.
E’ nel nostro DNA.
Altrove non stanno meglio, il coglione pannocchia crea lager per bambini messicani al confine, il nostro coglione a ruota vagheggia di schedature, i supremi coglioni a Bruxelles se ne fottono allegramente di tutto e di tutti.
L’allegra teoria del virus infestante prospera in ogni buco di culo di questo splendido pianeta abitato da fetenti che fanno di tutto per buttare in vacca la festa.
Voi sapete che non avrete mai da me un discorso politico.
Mah.
Una cosa sola la so, chiunque, CHIUNQUE faccia soffrire dei bambini, per quanto mi riguarda si merita una palla calibro 50 Alaskan dritto in faccia.
Hollow point.

Ho ripreso a leggere qualcosa, pagine di libri già letti, ne ho tre o quattro sul comodino, butto lo sguardo su righe rilette decine di volte e non mi capacito del fatto che Sergio manchi già da un anno. Aveva ancora tanto da dire, aveva ancora tantissimo da commentare, da far capire, da stigmatizzare con quel suo welcome to the real world motherfuckers! tra una frase e l’altra.
Era un uomo buono e mi manca, buona parte dell’editoria di genere italiota ancora sembra spaesata dalla sua mancanza, si guardano attorno e non lo trovano, cercano qualcosa che li aiuti a reggersi in piedi ma lui non c’è più.
Il mio sogno è veder radunati tutti questi brutti ceffi per un’immensa unica sbronza irlandese in memoria.
Pagherei oro per esserci.

Per il resto, che dire, provo ad appassionarmi a questi mondiali, ma in realtà non me ne fotte un cazzo, L’Olimpia ha vinto un altro scudo, ma in realtà ho festeggiato ben poco.
Ho bisogno di ritagliarmi uno spazio, è necessario farlo per rimanere vivo, dentro e fuori.
Rimettere insieme i cocci e ripartire.
Ancora.