Dune

Ho letto Dune di Frank Herbert, se non ricordo male, intorno ai 17 anni, è un romanzo impegnativo, viene creato un universo, ci sono appendici che ne illustrano lingua, religione, politica.
Immagino un qualsiasi diciassettenne di adesso mentre prova a capire chi cavolo sia il Kwisatz Haderach o perchè diavolo si debba appassionare al mito di Paul Atreides; faccio fatica a visualizzare la cosa, ma ho speranze, sarà l’età che avanza, sarà che ho almeno due esempi sotto gli occhi (mio figlio e mio nipote) e tutto ciò accende una fiammella che brucia lentamente.
Il romanzo ha una trama epica, di quelle che si prestano alla creazione di una saga interminabile, e infatti.
Personalmente mi sono fermato al primo libro, andava bene così, c’è un finale vero, si respira coraggio, giustizia.
Con questo stato d’animo ho atteso per un periodo interminabile Il Dune di Villeneuve.
Lui fa parte di quei visionari del momento che riempiono cuore e anima, Sicario, Arrival, Blade Runner 2049 e ho detto tutto, chi ama un certo tipo di cinema non può non adorare questo folle canadese e il suo amico Nolan.
Tralasciando il fatto di essere arrivati in sala tra una bomba d’acqua e l’altra, oh Donald qui al nord abbiamo le fottute TROMBE D’ARIA, coglione, siedo in poltrona con la consueta ansia da delusione, succede, è già successo, molte, forse troppe aspettative.
Beh, checcazzo, non succede, il Dune di Villeneuve è un maledetto capolavoro.
VA VISTO, punto.
Anche se non amate la fantascienza, le storie di altri mondi ambientate 24.000 anni nel futuro, i vermi lunghi trecento metri. Va visto perchè è una storia spirituale, bella e densa di significati, di sogni, di speranze.
E’ una storia visionaria, con una fotografia al limite della perfezione, un cast stellare, una colonna sonora coinvolgente e maestosa.
Il duca Leto Atreides è detto il giusto, in lotta per migliorare la vita di un pianeta a dispetto del profitto.
E’ tutto qui, semplice.

Per quale motivo ho messo quella foto nell’incipit? Altrettanto semplice, come saprete sono spesso affascinato dai cattivi, Stellan Skarsgård incarna un barone Harkonnen sensazionale, sfiora il mito Brando di Apocalypse Now e in un paio di occasioni lo cita.

Insomma, alzate il culo e precipitatevi in sala.