A.Y.C.E. (fottere una generazione)

Il contenitore è un classico capannone svenduto da una ditta fallita in cambio dell’ormai consueta offerta-che-non-si può-rifiutare.
Vivo nella cortissima periferia sud-ovest milanese, parchi, labrador, mammine felici che spingono carrozzine sgargianti, ragazzini biondi, sport e la ‘ndrangheta a vigilare su tutto; la creazione del mostro ha permesso ai veri freaks figli della nostra epoca di venire allo scoperto, tutti assieme, nel loro ambiente naturale.
Andiamo con ordine.
Da separato ho i figli a week-end alterni, mi piace mangiare assieme qualcosa che non sia cucinato in casa, per lo meno quando il portafoglio lo permette.
I bambini sono bambini degli anni duemila, qualsiasi cosa gli venga proposta, viene macinata e scartata in tempi brevissimi tutto dev’essere compresso e fruibile con estrema velocità.
Soprattutto il cibo.
Talvolta mi chiedono l’All You Can Eat del cazzo.
Pomeriggio del sabato, per loro compiti e studio, io mi faccio due gin tonic e un Toscano sul balcone.
Ergo in serata guido fino al mostro, un paio d’isolati da casa, con un vago ronzio nei timpani e lo spirito accomodante di un Grizzly in cerca di Di Caprio.
Il mostro è sterminato, a perdita d’occhio, parola d’onore mai visto tutte le sale, tutti i posti a sedere.
Una miriade di cinesi indaffarati sfreccia tra i tavoli, quasi nessuno parla italiano, riescono a malapena a farti accomodare e a prendere l’ordine delle bevande.
Heineken e ho detto davvero tutto.
I bambini partono verso le tre isole buffet che troneggiano enormi in mezzo alla sala, non voglio soffermarmi sul cibo, la qualità è quella di un qualsiasi A.Y.C.E. tutti uguali, standardizzati.
Quello che so fare meglio è sezionare.
Ho un groppo alla gola, dove cazzo stiamo andando, che cazzo di speranza possiamo mai avere.
Io lo so che questi posti offrono la possibilità di andarsene in un ristorante a gente che normalmente se ne starebbe a casa, cazzo mi ci metto pure io, ma diocristo santissimo ditemi perchè.
Perchè abbuffarsi in questa maniera, come diamine fa una donna di trenta, trentacinque anni a distruggersi il corpo, la mente, la salute, arrivando a pesare trenta/quaranta chili più di me, a occhio e croce.
Come si fa a trascinarsi col fiato cortissimo e il piatto strapieno di puttanate surgelate, come, ditemi come.
Ai miei figli vieto tassativamente roba fritta, sono anche piuttosto fortunato, loro si fanno portare qui per mangiare sushi, non succede spesso, spero che il mercurio che ingurgitano venga smaltito un pò per volta.
Lo spero.
Chiunque abbia creato questo meccanismo perverso aveva le idee chiarissime e un unico scopo riassumibile in pochi semplici passaggi chiave: Arrivare, predare, invadere, conquistare, fottere le generazioni a venire con un’idea malata della tavola, distruggere lo spirito di una nazione minandone alla base le abitudini alimentari.
Questo succede.
E le menti deboli soccombono.
La quasi totalità degli avventori è obesa, uomini, donne, bambini, la quasi totalità degli avventori è assolutamente all’oscuro di quello che sta subendo o per lo meno se ne fotte allegramente.
Discutono tra loro di:
– Calcio
– Figa
– Telefonia cellulare
– Mariadefilippi
– Immigrazione, ognuno immagini per proprio conto i toni e i modi.

Mi sorride sotto alla zazzera biondo/rossa, gli occhi azzurri vispi e intelligenti, sta crescendo di brutto e si vede, lentiggini gli contornano il naso di sua madre
– Non mangi più?
– Sono pieno papà.
Il fratello va e viene e sembra divertirsi un mondo, a otto anni questi posti sono come un luna park, un immenso delirante luna park.
– Ma dimmi una cosa, ascoltami un attimo e guardati in giro.
Mi guarda perplesso ma ho la sua attenzione.
– Osserva la gente in questo posto, come mangiano come quasi si azzuffano al buffet, cosa ti sembra?
Quasi scoppia in una risata.
– Papà sono tutti ciccioni e ogni tanto hanno i piatti così pieni che gli cade la roba.
– Secondo te perchè.
È ancora più perplesso, gioca con le bacchette e un avanzo di salmone.
– Sembra che abbiamo tutti una fame della miseria, ma non è possibile.
– Eccolo il punto, se la fame non è nello stomaco, secondo te dove ce l’hanno.
Gli si accende una lampadina.
– Magari nella testa.
– Esatto, ci hai preso di brutto.
Applaudo, è contento.
– La fame della testa, la peggiore. Quella che ti fa credere che mangiare tantissimo ma male sia meglio che farsi da soli una pizza in casa scegliendo bene gli ingredienti. Oppure che bere una caraffa di vino alla spina sia meglio che comprare una bottiglia onesta al super spendendo tre o quattro euro di più.
Forse inizia a capire davvero.
– Non è possibile spendere così poco e mangiare così tanto e bene, vero?
– Anche se spesso i buoni ristoranti se ne approfittano, in effetti no. Non è possibile.
Adesso è preoccupato e mi fa una tenerezza immensa.
Ma per cui stiamo male stasera?
– No, certo che no, basta non esagerare e venirci poco in questi posti, oppure non fare come tuo fratello che è già allaterzaporzionedimeringatacazzooo!!
Ridono tutti e due e io li adoro.

 Dentro però continuo a sezionare e catalogare cosa siamo diventati, i tacchi esagerati le minigonne i neonati che urlano, in un posto sbagliato al momento sbagliato, i tatuaggi, le creste sui crani rasati, le tute, le maglie attillate sulle pance gonfie.
Il cattivo gusto e la malvagità di chi ci ha voluto così, di chi ci tiene così, con il grugno nella morchia a pascolare come bestie da macello in questi posti.
E nessuno sembra accorgersi di niente, nessuno sembra volersi ribellare a tutto questo.
Nessuno vede niente che non sia lo schermo di un merdoso telefono.
Nessuno osa credere in niente che non sia stato vomitato da uno spot, messo su instagram, spruzzato in uno schizzo emorragico su facebook.
Le patatine fritte che non sono patate, le chele di granchio che non sono chele, il ristorante giapponese che non è giapponese ma cinese, tutto è qualcos’altro e ci viene raccontato in mille modi diversi tranne quello vero.
Le guerre intelligenti, il paese in crescita costante, la disoccupazione in diminuzione, la sconfitta della mafia, il governo del fare.

– Papà possiamo prendere un Chupa?
Annuisco alla cassiera che sventola i lecca lecca davanti ai miei figli.
– Ok, ragazzi, ringraziate la signora.
Mi porge la ricevuta della carta di credito, denaro che non è denaro.
– Posso offrirle qualcosa?
– Lagavulin, liscio.
– Come scusi?
– Niente, grazie, buona serata.
Sorrido, forse.

33 thoughts on “A.Y.C.E. (fottere una generazione)

  1. diamanta ha detto:

    Viviamo così male che cerchiamo di offuscarci.
    Con il cibo, con il fumo, con l’alcol, con le partite, con la droga, con le chiacchere, con la tv spazzatura, con i pettegolezzi che schizzano merda, con la rabbia e gli insulti agli altri, con la ricerca disperata di un amore di qualcuno perchè noi non riusciamo amarci, ci riempiamo con il vuoto. E questo vuoto è vorace.

    Io credo che questo tipo di società imploderà su se stessa, ma i tempi della storia, della terra, non son i tempi umani, quindi noi se abbiamo culo riusciremo a passare abbastanza indenni… forse… ma non so dopo.

  2. Signorasinasce ha detto:

    Sono perennemente in fuga da ciò che ho letto e che tu hai abilmente descritto. Chapeau

  3. zoon ha detto:

    l’iperliberismo sta mangiando se stesso. per questo vogliono andare nello spazio, sennò che cazzo si mangeranno, tra poco?

  4. 321Clic ha detto:

    All’ultima discesa Michela racconta del corso sull’alimentazione che sta seguendo.
    “Che ti insegnano?”
    “Mangiare frutta e verdura di stagione, fare il minestrone da soli, usare il miele al posto dello zucchero, non comprare cibi pronti e surgelati. Ognuno di noi può scegliere se mangiar bene o male.”
    La guardo con gli occhi fuori dalle orbite, “Ma tu davvero stai PAGANDO qualcuno per farti raccontare ‘ste cose? Che è quello che MIA madre e TUA madre fanno da sempre, che dovremmo insegnarlo noi che siamo cresciute con l’orto dietro casa?”
    Non so, mi pare che ci stiamo perdendo tutti nel nome di una velocità che spiegatemi a che cazzo serve. A che serve tornare a casa e scaldare nel microonde la zuppa del super? Ad avere più tempo da passare davanti a quel mostro che trasmette la mariadefilippi di cui sopra h24? Il vuoto vorace di Diamanta è la spiegazione. Se un giorno arriveranno i Vogon e ci spazzeranno via tutti ce lo saremo meritato. Da quando ho buttato al cesso la tv certe volte mi sento un’emarginata, ascolto discorsi in cui non sono in grado di intervenire, manonèpossibilechenonsaichièvioletta. Però che soddisfazione quando stamattina ho fatto colazione col pane preparato stanotte.

  5. MAROMEOMA ha detto:

    snob
    ṣnòb/ – sostantivo maschile e femminile e aggettivo
    Persona che nell’atteggiamento o nel comportamento ostenta un’aristocratica, spesso eccentrica e non di rado ridicola distinzione e raffinatezza, nel tentativo di identificarsi con una categoria sociale superiore.

    il mondo cambia e le parole assumono nuove identità……io venerdì sera, solo con il figlio 13enne sono finito al tipota, nota birreria “indie”, con panini imbottiti a meraviglia e ottima birra…è da qualche tempo che ho deciso: ora basta…..basta con il brutto, basta con il gretto e becero conformismo, basta film di merda che non fanno ridere un cazzo, ho messo nella categoria vietatissimi tipo pornazzo fetish, uno come zalone & Co…ecco un luogo vero che un ragazzo impiega niente a riconoscere come tale…insomma, fanculo agli ALL, in culo agli spettatori inermi di merdosa tv e stramerdosi phone ed in culo ai loro figli pieni di altrettanta merda, tanto quanto una Vogon poesia può essere….SNOB MISSION!!!

    • metalupo ha detto:

      Cristo il Tipota…enne anni davvero.
      Snob mission è il trend topic del 2017.
      Quando t’inventi iniziative birresche con nipote appresso fischia. Finestra utile tra due week end.

  6. MAROMEOMA ha detto:

    #snobmission2017 …mi raccomando, tientelo per te e non dirlo a nessuno…ma sembra che al tipota ci sono addirittura dei veri comunisti…sssshhh..

  7. Dave Brick Pinza ha detto:

    Però è tutto tanto buono….. e riesco a mangiarmi fino a 5 piatti pieni di roba….

    Il grosso del problema dei cinesi è che ci rubano i soldi poiché tutto quello che guadagnano non lo rinvestono in Italia, ma in Cina, non danno lavoro ad italiani ma solo a cinesi ed utilizzano sono fornitori cinesi. La ristorazione era uno di quei pochi campi dove tutto quello che spendevamo veniva rinvestito qui

    Ma la colpa di chi è? Ad esempio a Roma non succede…. perché? Magari perché trovi ancora le trattorie che ti fanno spendere 17 euro a cranio mangiando cibi di qualità, magari anche con la pasta fatta in casa. Idem per i posti di montagna, due ricchi antipasti, casoncelli e ravioli di grano saraceno fatti in casa, polenta ai funghi, polenta con cervo, dolce, caffé , amaro, acqua e vino…. 27 eurini totale… ma chi li ammazza quelli? Forse il colesterono… sottigliezze….

  8. MAROMEOMA ha detto:

    quindi al tipota scriveremo le linee guida della strategia del #snobmission2017 …bisognerà essere acuti e profondi; conoscitori dei moderni trend, ti isolassi, rifiutassi tutto, otterresti solo il risultato di scollarti da ogni cosa, dai figli soprattutto…lo snob2017 è contemporaneo….es. tutti su FB prolissi, noiosi e scontati? noi snob2017, si twitta, silenziosa dimostrazione di capacità di sintesi…..tutti all’ALL…noi snob2017 si va da “la cucina di Gisella”, mostrando una profonda conoscenza del territorio mal conosciuto dall’omologato…e via così, usando i loro stessi metodi, ma deviando verso lidi reali o immaginari upper class, disorientando il minore che, non trovandosi nella malgama nota e sicura, tira fuori il meglio adattandosi al bello….

  9. Fedifrago ® ha detto:

    Ci portavo i figli di mia moglie (la seconda), perché con quello che mangiava i maschio non mi bastava l’Amex oro per pagare il conto in un giappo vero. E infatti il ragazzo è obeso e pure complessato.

    Detto questo, mi riallaccio al discorso snob di cui sopra, e non posso far altro che osservare quanto il livello medio delle “masse” sia livellato sempre più in basso. Vale per quanto riguarda l’alimentazione così come per l’intrattenimento (so cosa sia un “grande fratello” ma non ne ho mai guardato uno), e non parliamo poi di arte e cultura (queste sconosciute).
    Il guaio è che anziché provare a migliorasi cercano di trascinare anche te verso il basso, per sentirsi ancora più massa e ancora più omologati.

    Quando mi girano soldi vado nei ristoranti dove si mangia bene, compro vini e liquori costosi; quando me ne girano meno mi faccio una bella spaghettata aglio e olio con il peperoncino piccante che mi cresce nel vaso. Vado a teatro e allo Zelig per ridere con artisti meno mediocri di Zalone (che pure era partito da lì), al cinema scelgo con una certa cura (tanto le ciofeche le becco comunque). In sostanza cerco di sopravvivere al “mostro”, e sto pure dimagrendo.

  10. farovaleblog ha detto:

    Non ce li portare più lì. Non farlo. Posso farne a meno e tu li avrai educati a qualcosa di migliore.
    Paura vera. …
    Dove stiamo andando? Io lontano da quei posti.

  11. La Prof ha detto:

    Non sai quanto tu possa trovarmi d’accordo con questo post. Mi piace mangiare, cucinare, ma ho i miei gusti e soprattutto preferisco fare taaanti pasti che abbuffarmi in uno solo così tanto da sentirmi la nausea quando mi alzo. E anche per questo odio andare al giapponese che con 20 euro mangi a oltranza qualsiasi cosa. Ti prende quasi la foga di prendere qualsiasi cosa perché vedi che lo fanno tutti, e poi irrimediabilmente i piatti rimangono semi pieni, cibo sprecato, con tutti quelli che si muoiono di fame poi, e mi riempio di questi pensieri tristi e ci manca che mi vengano i sensi i colpa verso l’umanità persino in una serata easy fra amici. Ennò, e che cavoli.
    E’ conveniente, mi dicono. Ma cosa c’entra? Non è nemmeno conveniente, se dico vado dal cinese e ordino quelle due tre cose spendendo pure meno, me le gusto e amen.

    • metalupo ha detto:

      Esattamente, ma poi, se in ristorante giapponese sul serio spendi di media 50 euro a testa, come cacchio è possibile che all’abbuffo ne spendi 20.
      Il pesce puzza dalla testa.

  12. AngolodiBuio ha detto:

    Io sono una fottuta snob.
    Mi ribello.
    A tutto e a tutti.
    A momenti alterni anche a me stessa.
    Che è la parte più complessa e folle.
    Ma questo è un altro discorso.
    La gente mi guarda stranita quando nei momenti di indotta socialità alcolica, faccio arringhe infervorate su quello che la società è diventata e su come sta generando, educando e crescendo, una massa di idioti tutti conformi ed inchinati al potere delle multinazionali.
    Si mangia, si beve, ci si veste, si guardano film e tv, si hanno gusti, ci si sente felici, si pensa e perfino si scopa, seguendo modelli preimpostati e di una noia mortale.
    Io predico l’uso terapeutico dell’erba.
    Terapeutico per la mente.
    Magari hanno qualche possibilità che i mostri impiantati nel cervello, si dissolvano un poco, facendo vedere loro quello che stanno facendo.
    Io probabilmente non metterò al mondo figli, lo sai.
    Non c’ho voglia.
    Ma nel caso, li crescerò come delle cazzo di disadattate rock star.
    Come pazzi.
    Che bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle.
    Diceva qualcuno.
    E voglio venire con voi a sbronzarmi al baretto indie.

  13. MAROMEOMA ha detto:

    ….angolobuio propone teorie interessanti…..

  14. Bvlvt ha detto:

    Il mercurio non si smaltisce… si accumula.

    Comunque hai ragione, dove stiamo andando? Secondo me hai fatto un intervento da manuale… i tuoi bambini vedrai che capiscono.

    Mi fai tenerezza, come padre a week-end alterni. Credo che sia una delle cose più dure da sopportare per un genitore.

  15. B. Polare ha detto:

    Il tuo “qui” mi sa che è un po’ fuori mano rispetto al mio, però oh, anche fare il pendolare Bologna Milano potrebbe avere il suo fascino.
    Ho apprezzato molto “con un vago ronzio nei timpani e lo spirito accomodante di un Grizzly in cerca di Di Caprio”, ho apprezzato meno l’ansia che mi è venuta pensando “certo che ci vuole proprio coraggio a mettere al mondo dei figli oggi!”. Poi però ho pensato che si può essere anche dei bravi genitori, come te che spieghi le cose ai tuoi figli e li educhi al ragionamento. Di sicuro c’è che io di appetito ne ho sempre poco e il poco che avevo stasera me lo hai fatto passare 😉

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