Le 4.30 del mattino esistono

Valar Dohaeris

Eppure le hai viste molte volte, poggiando i piedi sul pavimento, incredulo dopo il suono della sveglia, la mente già proiettata verso il viaggio; le tangenziali buie i tunnel, i fari delle macchine, l’aria ghiacciata.
Eppure.
Eppure era parecchio che non facevi così, che l’istinto non ti regalava la voglia di prendere e uscire alle due del mattino sotto l’acqua, la macchina, la notte, le strade deserte.
E’ bastato un sorriso, un accenno, è bastato assaporare l’idea di parlare, di vedere Milano vuota, dei baracchini, della birra caldiccia in bottiglia in mezzo agli equadoregni, di avere qualcuno per aprirsi ancora una volta, qualcuno sul sedile del passeggero che ti osserva e sorride un sorriso bianchissimo.
Tutto, tutto questo annusarsi, studiarsi per bene, raccontarsi per intero ma ancora poco, rispettare promesse e avere una voglia bizzarra di frantumarle.
Questo rende un essere umano vivo, fa apprezzare ogni singolo secondo che batte, fa andare avanti.
Ci rende giusti all’interno di un universo sbagliato, fa fermare il tempo e lo congela in una bolla perfetta, perfetta.
Come sempre ti fa pensare “cazzo già le quattremmezza”, dopo che te le sei godute, queste sacrosante due ore.
E l’alba, giù in fondo, sorride bastarda.

 

One thought on “Le 4.30 del mattino esistono

  1. raccontamiblog ha detto:

    Valar Morghulis allora 🙂 Belle le città vuote -la notte o la mattina prestissimo- e bello anche il tuo pezzo…

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