Ultimi veleni
Ultima neve
Tra noi
L’Inverno domina ancora per un po’
Niente è finito fino a quando il tizio con le mani luride di sangue
Ti apre a “Y”
Niente inizia a corrodersi prima che un documento ufficiale attesti il tutto
Trascinarsi sotto al filo spinato, metro per metro
I calibro 50 che sibilano impatti
E tu sputi sangue a centimetri dalla cima di Hamburger Hill
Guardi ancora le mani e pretendi freon a pompare nelle vene
Condotti bluastri che spingono tossine fino al cuore
Scopri ogni giorno una ferita in più
Chiodi conficcati
Carne slabbrata
Piccoli uncini cromati agganciano e smembrano ogni singolo millimetro
Di te
Inizia una nuova scalata
E i ramponi da ghiaccio scivolano sotto i colpi della primavera
Correre, scrivere, nuotare, forse vivere
Solo vivere
solo vivere, sì. alla fine della nostra storia di animali, conta solo quello. bellissimo, uomo…
Grazie fratello.
Che siano le otto e quindici e io sia qui a scrivere invece che dormire, è tutto dire.
Solo vivere.
E come si fa?
Tu come fai?
Non ti sembra che sia tutto sbagliato, stupido, senza senso?
E’ il male di vivere, il mio.
Famiglia.
Lavoro.
Obblighi.
Figli.
Pizzeria.
Amici.
Amanti.
Un tempo scandito.
Un loop.
Non ci riesco.
Mi dispiace ma non é per me.
L’altro giorno mi hai scritto che non posso passare la vita a cambiare vita.
Penso spesso a questa tua frase.
Hai esattamente e profondamente colto la mia essenza.
Fa paura.
Il tuo capirmi, intendo.
Io passo la vita a cambiare vita, aspettando Godot.
Ma come ben sai Godot col cazzo che si sogna di arrivare, ergo prima o poi ti devi fermare.
In effetti adoro capirti e buttartelo in faccia.
Rimane il loop, quello sì, confermo.
Come faccio?
Non so, forse crollerò tutto in un colpo, forse riuscirò a realizzare qualcosa di buono che farà sbiadire il resto.
Forse.
Bellissima!
E bellissimo anche il tuo blog, complimenti!
Buona domenica,
Ila.