Il mare negli occhi

Parlami delle acque del tuo pianeta, Usul.

Aveva dodici anni e già allora le mareggiate lo spaventavano poco, di sottecchi osservava il bagnino, in piedi sul pattino rosso, la pancia prominente, lo sguardo severo.
Il mar Ligure chiamava, urlava di potenza, di creste spezzate sulla cima da un Libeccio teso, malvagio. Urlava e quel richiamo pareva agganciargli lo stomaco con una presa sfrontata, definitiva.
Aveva già deciso e prese la rincorsa, ignorando di proposito gli strilli dell’uomo in canottiera che saltellava sulla sabbia umida, i pugni chiusi che manifestavano odio per quell’arroganza fuori controllo. Corse incontro alla prima di una lunga serie di onde gigantesche.
Il mare capì.
Aveva diciotto anni e il crampo lo colse totalmente impreparato, appena sotto i dodici metri. Si ritrovò con la maschera piena d’acqua ad annaspare contro gli scogli tagliandosi le mani, il polpaccio ridotto a un nodo pulsante di dolore bianco, aria inesorabilmente finita, lo Sten Cressi che compiva grossi cerchi allungati verso il basso, trascinato dall’arpione.
Alzò la testa verso il sole lontano e in quel momento fu davvero sicuro che il fondo del Tirreno sarebbe stata la sua ultima casa. Prima di abbandonarsi ebbe un semplice, rapido pensiero, sul fatto che era davvero un peccato perdersi così tante cose a venire.
Le mani forti di suo padre lo artigliarono sotto le ascelle fasciate dalla muta nera. Appena dopo la prima splendida boccata d’aria, scoprì che le preoccupazioni di un genitore spesso sfociano in una furia a malapena repressa.
Osservò giù in fondo il fucile subacqueo adagiato sulla sabbia e si rese conto che sarebbe stata dura recuperarlo, iniziò a iperventilare.
Il mare capì.
Aveva più di trent’anni e si ritrovò cullato dai flutti, scivolato in un blu talmente scuro da mettere paura. Aveva scelto di regalarsi ancora il mare e sebbene da solo, dopo aver conquistato una fine, non ci aveva rinunciato.
Si era lasciato convincere e ora indossava l’attrezzatura necessaria per muoversi e sopravvivere nel profondo, era già successo ma il tutto gli aveva regalato uno strascico impuro, era sempre sceso unicamente con la forza dell’aria centellinata e quell’ingombro compresso sulle spalle pareva un’offesa, un imbroglio.
Ma si era fatto convincere e si piegò in avanti puntando deciso verso la parete d’acqua buia.
Scendendo assaporò la carezza delle bolle in emersione veloce lungo le guance, la sensazione di potenza dovuta alla possibilità di sgombrare dalla mente il pensiero del fiato finito.
A meno venti si fermarono, lui e l’istruttore, avrebbe potuto osservare la danza delle creature multicolori, seguire i gesti misurati dell’uomo che pretendeva chissà quali esercizi per migliorare la sicurezza in profondità. Avrebbe potuto, ma scelse di chiudere gli occhi, proprio lì in fondo.
Chiuse gli occhi e domandò a sé stesso e al mare se la vita aveva ancora in serbo per lui qualcosa di vero, di tangibile, qualcosa che avrebbe mutato per sempre i suoi passi, il suo sentiero.
Il mare capì.
Aveva poco più di quarant’anni e stavolta stentava a riconoscere quel vociare confuso, quella marea di corpi distesi, accaldati, denudati.
Con espressione più corrucciata del solito si avvicinò all’acqua e la rabbia montò dentro come un vulcano pronto a esplodere.
La superficie era disseminata da macchie oleose, cartacce abbandonate, pezzi di plastica in sospensione. Prese a odiare ferocemente la sua razza, iniziò a maledire il genere umano e la stupidità senza fondo cresciuta come un tumore maligno.
Poi un tocco leggero lo fece sussultare, il piccolo appoggiò la mano sulla sua gamba, lo sguardo perso verso l’orizzonte, la bocca piena di stupore. Osservò quegli occhi azzurri sbalorditi e sorrise, lo prese in braccio delicatamente e si incamminò nell’acqua bassa.
Distese l’espressione, minuscole dita si agganciarono saldamente alle sue spalle, mentre si immergeva fino alla vita vide nascere una risata fragorosa sul volto di suo figlio e fu consapevole che dopo tutto, quello poteva essere un buon inizio.
Il mare li accolse.

9 thoughts on “Il mare negli occhi

  1. zoon ha detto:

    apprezzo un bel po’ il racconto, uomo, e il nuovo registro…

  2. shesnotamerican ha detto:

    Bello.

  3. maromeoma ha detto:

    n.1

  4. metalupo ha detto:

    ehehehe facile…

  5. 321Clic ha detto:

    Questo non è un racconto…

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