32°22’03.29’’N
62°12’48.46’’E
Non avrebbe dovuto piovere.
Non può piovere all’inferno.
Sussurro al niente.
Eppure un rapido tendaggio nerastro frantuma l’atmosfera immobile senza apparente soluzione di continuità.
I passi nella morchia devastata diventano piombo colato, l’equipaggiamento tattico una spugna livida di umori e fango più o meno rappreso.
Gocce come proiettili campali, qui, nello sfregio cauterizzato dal diavolo.
Qui.
Dove i veri incubi si rivelano al mondo.
Farah, Afghanistan.
Le tue parole sono come proiettili…
Buon 2012, Lupo.
Grazie, buon anno a te.
ilservizio della rivista “equestrio” di un anno fà sul mondo dell’equitazione in afghanistan (buskashì e altre amenità)sottolineava come le foto fossero in bianco e nero e sollecitava una motivazione della scelta al fotografo, il quale (traduco a braccio):
ovviamente è un paese veramente bello con una luce magnificente, ma nel colore ci sono dettagli che non funzionano, come ad esempio soldati americani in uniforme con i loro veicoli corazzati, Afghani con t shirt della Nike e scarpe dell’adidas, altre magliette che erano rosa o giallo neon. Il bianco e nero ci permette di mettere in ombra tutte queste cose. In bianco e nero, vedi solo le persone e la composizione della foto. Il colore prende troppo spazio nell’immagine.
sfortunatamente l’immagine che ho linkato è a colori…
A grandi linee sono d’accordo.
Che dici presentarsi? Mastico poco con gli anonimi.